Kingdom of the Dead: la nostra recensione

Una epica avventura, con uno stile tutto suo e la musica che dà una carica incredibile!

Kingdom of the Dead è un titolo di Dirigo Games, pubblicato insieme a Digital Bros e Hook per computer Windows.

Per chi conosca un poco Dirigo, ha sempre creato giochi con stili particolari, ma con gameplay del tutto moderni, quindi sono artisti videoludici, questo è certo.

Prima di parlarvi di questo loro ultimo capolavoro, vi mostriamo il trailer di lancio e la trama presa da Steam.

Ecco cosa ci dice Steam:

KINGDOM of the DEAD è uno sparatutto horror in prima persona disegnato a mano, in cui vestirai i panni dell’agente Chamberlain, professore divenuto generale d’armata che lavora in un programma segreto del governo noto come GATEKEEPER.

Lo scopo principale di questo programma è sconfiggere la Morte e le sue armate.

Caratteristiche:

  • Chiudi i Varchi della Morte esplorando 8 luoghi sperduti sulla costa orientale degli Stati Uniti
  • Grafica unica disegnata a mano in bianco e nero
  • 8 armi, più di 22 nemici e boss alla vecchia maniera
  • Rigiocabilità come negli anni ’90, con obiettivi diversi a ogni livello di difficoltà
  • Cheat code e colori personalizzabili

Il GamePlay di KINGDOM of the DEAD

Giochiamo nei panni di un uomo con un cappello texano e il tutto in prima persona, quindi vediamo mani e armi.

Con la possibilità di salvare in tre profili diversi, diamo inizio alla nostra avventura, che ci porta in una villa molto grande piena di strane creature che cercano di ucciderci.

Noi siamo inizialmente armati con una revolver molto forte, ma poi troviamo fucili a pompa e altre tipologie d’arma, non manca mai una grande spada due mani nei casi estremi.

In un mondo che gli sviluppatori ci hanno creato in bianco e nero, dobbiamo avanzare e affrontare i vari boss, il primo ad esempio è una specie di tremors.

Sparare e basta non è sempre la soluzione, nonostante sia uno sparatutto, è il caso di usare l’ingegno, non solo per i boss, ma anche per certe specie di creature.

Una cosa che capirai al volo è che gli umanoidi meglio colpirli con un solo colpo alla testa, mentre per le specie volanti, è il caso di aspettare che ti attacchino per averle a distanza ravvicinata.

Non è un titolo semplice!

Per fare un esempio della difficoltà, già al primo boss verme, troviamo diversi ostacoli, come prima sfida mia spettavo qualcosa di più facile, invece no, tutt’altro.

Oltre al boss che se ti tocca è Game Over, abbiamo anche una ventina di umanoidi che ti corrono incontro, in più il boss è forte e bisogna prendere e lanciargli addosso delle bombe.

Ovviamente le bombe non serviranno molto per gli umanoidi, visto che li hai sempre addosso, una bomba sarebbe un suicidio.

Insomma non voglio spoilerare troppo, ma se pensate che sia una passeggiata, beh vi sbagliate, se vi piacciono le sfide invece è perfetto.

I comandi sono semplici ed è tutto dannatamente fluido e istintivo in game, quindi anche se non ci sono cartelli direzionali, le mappe sono fatte bene e vi spingono al dunque.

Reparto audio e grafica di KINGDOM of the DEAD

Beh qui è tutto splendido, iniziando con la grafica dobbiamo subito fare un applauso virtuale a Dirigo Games, uno stile fantastico e unico nel suo genere, con i colori di un vecchio GameBoy in una tipologia di gioco moderno.

L’audio è uno dei punti più forti, insomma uno sparatutto dove mirare è impossibile, perché facciamo su è giù con la testa a ritmo musicale.

In più perdere non è un problema, ascoltare le colonne sonore è il secondo divertimento dopo il gioco stesso!

La nostra recensione di Kingdom of the Dead

Difficile fin dal primo boss e questo non è per niente avvincente.

Sono un giocatore di sparatutto, cioè gioco a qualsiasi titolo che abbia un protagonista con armi e qualcosa da uccidere.

Ma potrebbe scoraggiare molti player, con questa difficoltà dopo solo un paio di minuti di gioco, attenzione successivamente a un dieci Game Over, si capisce come e quando sconfiggere i boss.

Questo però per me, ma un giocatore medio potrebbe impiegarci più tempo e scoraggiarsi.

Comunque la difficoltà è regolabile, quindi c’è sempre un aiuto, io parlo della difficoltà standard.

Nonostante questa difficoltà iniziale e letale nello stile Rogue Like, il titolo va amato anche per la grafica scelta e l’audio incredibile ed emozionante.

Il mio voto si alza soprattutto per questi due fattori che lo rendono speciale, per tutto il resto è solo un bel titolo sparatutto d’avventura, ma con questa musica e questo stile il gioco cambia.

Prima di darvi il nostro voto finale, volevamo ringraziare per la Key di gioco ricevuta e ricordare che non influisce mai nel nostro giudizio.

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Donovan Rossetto ama l'informazione, ma è anche un videogiocatore e scrittore. Con una vasta conoscenza dell'industria videoludica, Rossetto offre una prospettiva unica e interessante su entrambi i temi. Inoltre, come scrittore, Rossetto ha saputo combinare la sua passione per gli UFO e i videogiochi in una serie di articoli e libri che hanno appassionato i lettori di tutto il mondo.
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