Leggende metropolitane della Corea del Sud

Oggi vi parlo di alcune leggende metropolitane appartenenti al folklore della Corea del Sud.

La Corea del Sud ha la sua parte di leggende metropolitane e fantasmi folcloristici; alcune nascono dall’inquietudine attratta dall’oscurità, altre come penitenza per i propri peccati nella vita. Eccovene alcune.

Leggende metropolitane sudcoreane

1- The Reaper (il mietitore)

Nella cultura occidentale, la personificazione della morte non ha volto né genere, ma un’apparenza cadaverica, coperta da un mantello nero e brandendo la falce che mieterà le anime di tutti coloro pronti ad attraversare il sottile velo della vita. 

Nella cultura sudcoreana, tuttavia, la fine della vita è vista come una creatura snella e visivamente umana, che indossa un tradizionale hanbok nero e un cappello largo. Il nome di questo misterioso essere è Jeoseung Saja (messaggero dell’aldilà). Il suo compito non è giudicare o uccidere, ma solo guidare l’anima del defunto nell’aldilà, attraverso la Via Hwangcheon, fino al giudizio a Shi-wang, o al mondo sotterraneo.

Molte leggende metropolitane, dicono che il Mietitore sia un fedele servitore di Yama, Re dell’Inferno nella cultura buddista, ma molti lo identificano come un’entità sola e con il compito di guidare il defunto. 

Si manifesta a persone affette da gravi malattie e in procinto di morire e può essere visto in luoghi permeati dall’aura di morte come ospedali e aree dove ci sono incidenti gravissimi. Quando Jeoseung Saja appare, si sa che è la fine.

2- Il fantasma della vergine

I fantasmi sono anime che, dopo aver lasciato il corpo fisico, per qualche motivo non sono state in grado di lasciarsi alle spalle il mondo materiale.

Uno dei fantasmi sudcoreani più tradizionali è il cheonyeo gwinshin, o fantasma della vergine.  Si manifesta come una ragazza che indossa i tradizionali abiti bianchi da lutto, sobok, i suoi lunghi capelli fluenti coprono il bel viso di quella che una volta era una giovane donna piena di vita. 

L’anima inquieta vaga silenziosamente, ricevendo in penitenza la colpa di non aver consumato l’atto carnale o di non aver servito un partner nella vita terrena.

Nei secoli passati, con le usanze ormai considerate inadeguate e sessiste, per convincere le ragazze a sposarsi il prima possibile, i genitori raccontavano la storia del fantasma cheonyeo gwishin. È interessante notare che esiste una versione maschile chiamata chonggak gwishin.

3- La donna senza occhi

A nord di Seoul, la strada Jayuro che collega Goyang a Paju è sempre invasa da una fitta nebbia, causando così incidenti mortali ogni anno. Tuttavia, molti non credono che questo sia il motivo di così tante morti, dicono che c’è qualcosa di soprannaturale in agguato nei conducenti che passano in quella strada.

Alcuni automobilisti affermano di vedere una giovane donna, molto bella e affascinante, in piedi sul ciglio della strada, con indosso quelli che sembrano essere degli occhiali da sole. 

Molti, sono vinti dalla tentazione di avvicinarsi per guardare da vicino, affrontando così un incubo che fa perdere loro il controllo del veicolo. Quelli che all’inizio sembravano occhiali da sole, erano buchi vuoti, bui; la donna non aveva gli occhi.

4- Il fantasma delle acque

Nuotare in acque profonde è pericoloso, la corrente può portarti via, i crampi possono farti perdere il controllo e affondare.  Nel folclore sudcoreano c’è un’anima sconvolta, intrisa di solitudine e abituata all’oscurità del fondo dei fiumi: il Mul Gwinshin (fantasma delle acque).

Mul gwishin è un personaggio terrificante, perché è possibile vederlo solo quando è troppo tardi, a volte non si riesce concentrarsi sui suoi lineamenti, per capire se le sue azioni sono dovute a cattiveria o pura solitudine. 

Mul gwishin è un’anima solitaria di coloro che sono annegati in grandi fiumi, si aggrappa ai piedi dei bagnanti e li trascina fino in fondo, in cerca di compagnia per l’eternità.

5- L’assassino dell’ascensore

Questa leggenda metropolitana narra di un uomo misterioso, il quale aspetta che una persona entri nell’ascensore e quando le porte stanno per chiudersi, mette la mano sulla porta ed entra anche lui.

Nel frattempo, aspetterà che il malcapitato prema il pulsante del piano dove scenderà e successivamente l’assassino schiaccerà quello del livello inferiore.

Quando il killer arriva al piano prestabilito, sussurra alla vittima la seguente frase: “Ci vediamo a quello successivo!” Purtroppo, una volta raggiunto il piano superiore, la porta si apre e la persona viene uccisa a coltellate dal misterioso assassino.

Qua sotto vi lascio un articolo che parla dell’ospedale Waverly Hills.

Waverly Hills: uno dei luoghi più infestati del mondo

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Marco Buoso è un esperto del mistero a livello internazionale, con grande esperienza nelle indagini. Il suo contributo è molto importante per il team, considerato uno dei più saggi e dotato di grande saggezza. Buoso ha dedicato la sua vita alla ricerca e alla comprensione dei fenomeni paranormali e misteriosi, accumulando una vasta conoscenza e competenza in questo campo. Attualmente si trova in Brasile dove sta investigando su alcuni fenomeni paranormali, mettendo a disposizione la sua esperienza e la sua competenza per portare alla luce la verità su questi misteri.
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