La nebbia assassina di Donora

La nebbia assassina, il nemico invisibile e silenzio che ha lasciato il segno nella cittadina di Donora.

La nebbia assassina è ed è stata la protagonista dei film più inquietanti, dentro e fuori dallo schermo.

La paura più grande che si possa provare è quella di non sapere a cosa si va in contro.

La nebbia, avvolgendoci e togliendoci la visuale, crea un senso di smarrimento che ci porta spesso a chiederci cosa si nasconda nel buio?

Ecco la storia di chi si è trovato faccia a faccia con la nebbia assassina

Il 31 ottobre 1948 a Donora, cittadina della Pencilvenya, sulle rive del fiume Monongahela, 20 persone persero la vita e più di 7.000 rimasero intossicate.

Per capire cosa sia successo e chi o cosa abbia provocato tale strage, bisogna andare indietro di qualche giorno, precisamente al 27

Donora si trova sulla valle sopra al fiume, ed è proprio dal fiume che piano piano, si alzò una strana nebbia che in meno di 2 giorni coprì il cielo di tutta la cittá

Quella nebbiolina sinistra rimase stabile fino al 31, quando, una forte pioggia inizia a diradare le nuvole,facendo emergere i danni portati dalla nebbia.

Il bilancio è di 20 morti , ⅔ della popolazione in shock respiratorio e una cinquantina di morti per problemi polmonari entro la fine del mese. Ma come è avvenuto tutto questo?

Un’assassina silenziosa.

La produzione di zinco delle industrie della United States Steel, Donora Zinc Works e American Steel & Wire furono la causa di tale scempio.

La mancanza di depuratori a norma fece sì che nell’area circostante alla zona industriale, fino alla città di Donora, si diffondesse di acido fluoridrico, diossido di zolfo, fluoro e altri gas velenosi.

Il tutto fu rafforzato da un’inversione termica, lo strato d’aria fredda rimane intrappolato dall’aria calda ristagnano anche per parecchio tempo.

Le emissioni inquinanti si mischiarono all’aria umida formando una densa nebbia giallastra che avvolse totalmente la città per ben 5 giorni.

Nonostante l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco in soccorso dei cittadini in crisi respiratoria, con 23 metri cubi di ossigeno, i danni furono irreparabili.

Solo i colpevoli di questo disastro potevano fermare la nebbia assassina

La mattina del 31, finalmente, i responsabili e gli amministratori degli stabilimenti si riunirono e decisero di bloccare la produzione.

La natura, così come contribuì al disastro, fu complice anche della fine di quell’incubo.

Lo stesso giorno in cui si fermò la produzione, iniziò a piovere un’ininterrottamente facendo depositare lo smog sul terreno.

Purtroppo, anche la vegetazione nell’arco di centinaia di metri fu praticamente distrutta e le acque contaminate.

Che cosa si è imparato da questa terribile disgrazia?

Vorrei poter dire che i decessi e i danni ambientali non siano stati vani, ma purtroppo l’essere umano non impara mai dai propri errori.

A Donora, la produzione riprese il lunedì successivo e il numero incalcolabile di vittime,fra esseri umani, animali e vegetali, dal 1948 ad oggi parla da solo.

Finché non impareremo tutto che la vita è un bene molto più prezioso del denaro, la nebbia assassina sarà sempre lì, dietro l’angolo in attesa di colpire di nuovo.

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