I “cattivi” della mitologia erano realmente così malvagi?

Verità e retroscena sulle figure mitologiche più controverse

E se i “cattivi” della mitologia non fossero poi così malvagi come ci vengono dipinti? magari, se la si guarda da un’altra prospettiva, la storia può apparire diversa.

Miti e leggende dal mondo ci hanno proposto personaggi con caratteristiche differenti in rappresentanza di vizi e virtù.

Ogni personaggio è legato indissolubilmente ad una storia che racconta le sue gesta e le sue opere, ma spesso l’antefatto passa in secondo piano.

Conosciamo davvero i miti e le leggende del passato? Alcuni personaggi sono rappresentati come cattivi, lo sono davvero o c’è qualcosa dietro che c’è sfuggito?

I “cattivi ” della mitologia vittime plasmate dai capricci degli Dei:Pandora e il vaso della discordia

La curiosità è femmina”…almeno così si dice. Tutto nasce dal mito del “Vaso di Pandora”, una delle leggende più famose sulle debolezze degli umani.

Scommetto che se non tutti, quasi, conoscono questo mito, ma in quanti lo conoscono nei minimi particolari? Vediamo cosa è successo nel dettaglio…

Il titano Prometeo ruba il fuoco a Zeus con l’inganno con lo scopo di donarlo agli uomini per aiutarli a rendersi meno dipendenti dagli Dei tiranni e superbi.

Zeus lo scopre e lo incatena ad uno scoglio dove un’aquila divina, durante il giorno, gli divorerà il fegato che gli ricrescerà di notte…e così fino alla fine dei giorni.

L’iracondo “Dio degli Dei“, decide di punire anche gli uomini, ma a sua volta con l’inganno. Ordina ad Efesto di plasmare una bellissima fanciulla dotata di ogni sorta di virtù, Pandora.

Ermes da alla giovane la dote dell’astuzia, ma anche il seme della curiosità e la conduce da Epimeteo, fratello di Prometeo e la offre come dono in segno di pace.

L’uomo è vittima delle proprie debolezze

L’uomo, nonostante il monito di non accettare mai doni da Zeus, cede alla propria debolezza, si innamora di Pandora e la sposa.

Durante la cerimonia di nozze, i 2 giovani sposi, ricevono un ulteriore regalo da parte delle divinità, uno splendido vaso( o uno scrigno), che però non dovrà mai essere aperto.

L’unione dei 2 innamorati si faceva sempre più solida e felice con il trascorre degli anni, l’unico intoppo era la curiosità di Pandora di conoscere il contenuto del vaso.

Purtroppo venne il giorno in cui Epimeteo dovette partire e quindi separarsi per qualche tempo dalla sua Pandora, che spinta dalla curiosità, disobbedì a Zeus e aprì il vaso.

In quel momento tutti i mali del mondo vennero liberati e si abbatterono sull’umanità: vecchiaia, gelosia, invidia, odio, accidia, menzogna, avidità, malattia, rancore, ecc.

Per ultima uscì la speranza, un briciolo di misericordia per alleviare le sofferenze.

Pandora dunque, è stata vittima degli eventi e dell’aiuto piano vendicativo di Zeus, solo uno strumento del male, non il male stesso.

Medusa tra i “cattivi” della mitologia

Vi è più di un mito riguardo a Medusa, anche se la sua triste ed ingiusta storia, più o meno, è simile nelle sue diverse varianti, prendiamo come esempio il mito greco.

Medusa, insieme a Euriale e Steno, è una delle Gorgoni, figlie dell’incesto di Forco e sua sorella Ceto, 2 mostri orrendi. A differenza delle sorelle era bellissima, ma mortale.

Si narra che Poseidone si fosse perdutamente innamorato di lei, tanto da assumere le fattezze di una grossa aquila per rapirla e portarla nel tempio consacrato di Atena per sedurla.

Una tale mancanza di rispetto nei riguardi di Atena, che percepì il gesto come un affronto personale, scatenò l’ira funesta della Dea, ma a farne le spese fu ingiustamente la vittima.

Mentre la povera Medusa, implorando il perdono coprendosi il volto con i capelli, Atena, accusandola di atto di vanità la trasformò in un mostro.

I suoi denti divennero zanne ed i capelli un cumulo di vipere e serpi velenose, in più le diede uno sguardo che pietrificava chiunque la guardasse.

Costretta a vivere in tristezza e solitudine in un’unida caverna, terminò la sua ormai misera esistenza per mano dell’eroe Perseo.

Perseo viene mandato da Hermes per essere armato con la falce di Atena ed uno scudo specchiato e dalle Graie, anch’esse figlie Forco, per farsi rivelare il nascondiglio delle Ninfe Stige.

Per carpire l’informazione necessaria, Perseo sottrae alle sorelle il loro unico occhio ed il loro unico dente, raggiunge le ninfe e si fa dare un sacco, calzari alari e l’elmo dell’invisibilità di Ade.

Le imprese di Perseo, eroe valoroso e inconsapevole

A questo punto volò fino alla terre degli Iperborei e trovò le Gorgoni addormentate fra i corpi pietrificati di uomini e animali.

Usando lo scudo specchiato per non incrociare lo sguardo di Medusa e guidato dalla mano di Atena, il giovane riesce a decapitare Medusa con un solo fendente.

La testa di Medusa divenne un’arma letale di vendetta nei riguardi di Atlante che gli negò l’ospitalità a causa di una premonizione e fù mutato nell’omonimo monte.

Successivamente, sulla via del ritorno, ad essere pietrificato è un terribile mostro mandato da Poseidone contro la città di Argo.

La principessa Andromeda, figlia di Cefeo e Cassiopea, presa da un momento di vanità, osò confrontare la propria bellezza con quella delle nereidi e fu condannata al sacrificio per salvare la città.

Stessa sorte di pietrificazione toccò a Fineo, zio di Andromeda e i suoi 200 seguaci, in quanto, avanzò pretese sessuali sulla fanciulla nel giorno delle sue nozze.

Infine Polidette, re di Serifo, insieme ai suoi uomini, divennero statue per aver costretto sua madre Danae a vivere nascosta in un tempio per paura di essere stuprata.

Le avventure della temibile testa di Medusa terminarono nel momento in cui, Perseo, la donò ad Atena che la fuse con il suo scudo divenendo una delle armi letali più temute.

In questo caso, anche Perseo è uno spietato assassino, uccide usando la testa da lui stesso decapitata di una vittima innocente… oppure no?

Aracne per i “cattivi” della mitologia senza colpa

Apuleo, nelle sue “Metamorfosi“, racconta la storia della tessitrice che sfidò la Dea Atena, pagandone inevitabilmente le conseguenze, forse, però, non è proprio così come sembra.

Aracne era la figlia del tintore Idmone, il più famoso Ipepe, città della Lidia. Era un’abile tessitrice, tanto da far spargere la voce che avesse preso il dono dalla Dea Atena.

La giovane però, attribuiva le sue doti unicamente a se stessa, anzi, in più occasioni affermò di essere superiore ad Atena stessa, arrivando addirittura a sfidarlo pubblicamente.

Atena decise di assumere le sembianze di un’anziana e si presentò dalla ragazza chiedendole di ritirare la sfida.

Tuttavia la ragazza, piena di sé, rise e chiese alla vecchia se per caso fosse stata proprio la Dea a mandarla da lei perché sicura di perdere la sfida.

Dopo questo affronto, Atena si palesò dinnanzi ad Aracne e accettò la sfida di persona e le donne iniziarono a tessere senza sosta giorno e notte.

Aracne decise di rappresentare amori e vizi degli Dei, mentre Atena rappresentò le proprie imprese.

Entrambe le tele erano superbe, ma sembrava che i soggetti di Aracne fossero talmente perfetti da poter prendere vita da un momento all’altro.

Mai sfidare l’ira degli Dei…

L’ira di Atena prese il sopravvento, rovesciò il telaio, distrusse la tela della ragazza e la picchiò con una tale cattiveria da farla fuggire spaventata e quasi moribonda nel bosco.

Aracne provo ad impiccarsi ad un albero, ma Atena glielo impedì e la punì, le dono il corpo di un grosso ragno, costringendola a tessere tutta la vita con la bocca, dondolando su quell’albero.

Forse peccare di presunzione non è una qualità dei puri di cuore, ma davvero ha meritato di fare questa fine la povera Aracne?

Non solo le donne comuni vengono discriminate, tra i ” cattivi ” della mitologia anche uomini e divinità

La stessa sorte è toccata adHades (o Ade), una delle divinità antiche più controverse, spesso considerato la rappresentazione del male è un simbolo di crudeltà.

Conosciuto anche come Orco o Averno, è il Dio greco del “mondo di sotto”, del regno deglii, delle ombre, figlio di Chronos e Rea, corrisponde al Dio romanoPlutone.

La sua prima ingiustizia la riceve nel momento in cui vengono assegnati i regni.

Dopo la sconfitta di Chronos, a Zeus fu assegnato l’Olimpo e il cielo, a Poseidone il mare e gli oceani e ad Ade, con l’inganno, il mondo degli inferi e del Tartaro.

Bisogna specificare che per i greci ed i latini, il regno dei morti era un luogo fisico e non metafisico, oscuro e per raggiungerlo bisognava superare alcuni ostacoli.

Il primo passo era quello di superare il Cerbero, il cane da guardia a 3 teste, poi attraversare il fiume Acheronte traghettato da Caronte, aspettare il verdetto dei giudici Radamanto e Eaco e infine attraversare i 5 fiumi dell’inferno.

Chi non aveva ricevuto sepoltura non poteva entrare nel regno di Ade, ai tempi, solo le persone disprezzate da tutti non ricevevano degna sepoltura.

La sua figura incute timore, ma il suo cuore è davvero vuoto e iracondo? Davvero rappresenta il male o anche per lui non è tutto come sembra?

Al fianco di Hades regnava Persefone (per i romani Proserpina) Dea degli inferi…cosa sappiamo a riguardo?

L’Amore, nulla mai fu più potente! Quando i “cattivi” della mitologia si innamorano

Nulla è più potente dell’Amore, tutti ne sono vittime e nessuno ne è immune, nemmeno chi rappresenta il mondo degli inferi.

Anche Ade, guardiano delle tenebre, colui che vive e “lavora” con la morte, che come unici amici ha Caronte e il Cerbero, ogni tanto infrange le regole.

Sale in superficie con il suo carro a spiare il mondo dei vivi, cosa che lo porterà a vedere per caso Proserpina e ad innamorarsene perdutamente.

Purtroppo la giovane è sua nipote, figlia di sua sorella Demetra e in più Ade non può lasciare il mondo dei morti.

Ade perde talmente la testa per la fanciulla da non vedere nient’altro che lei e impazzito d’amore, sale in superficie rapisce la nipote e la porta con lui, giù negli inferi.

Da questo punto in poi, ci sono più versioni del mito. La versione più comune è che Demetra, Dea della fertilità, si oppone, rivuole la figlia a costo di non far nascere più nulla sulla terra.

Zeus, fratello di entrambi, fa di tutto per trovare un compromesso, fino a che si decide che Proserpina deve stare 6 mesi tra i vivi e 6 mesi tra i morti.

Nessuno però ha mai interpellato la giovane, nessuno ha mai pensato al suo volere. Infatti non è contenta di prendere Ade come sposo contro la sua volontà.

Ma l’amore è strano e nessuno ne conosce le virtù, Proserpina è diventata talmente gelosa da fare letteralmente a pezzi ogni femmina che si avvicina al marito.

Come cambiano le cose quando si cambia prospettiva vero?

E ora, alla domanda : i “cattivi” della mitologia erano davvero così malvagi? che risposta dareste?

“La tendenza al mito è innata nella razzaumana. È la protesta romantica contro la banalità della vita quotidiana.”

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