Malati di web: le nuove patologie da social network

Sempre più persone non possono fare a meno di stare collegate h24, le malattie peggiori di questo secolo si prendono sul web

Cresce il numero di malati di web e l’astinenza da wi-fi rischia di diventare una vera e propria piaga sociale, ma quali e quante sono le malattie da social network?

In un epoca dove la tecnologia è parte integrante della nostra vita, il dibattito sui rischi del 5G e la dipendenza da gioco on-line, non sono che la punta dell’iceberg.

I rischi per la salute più comuni, come problemi alla vista e alla postura, li conosciamo bene, ma l’abuso di internet può portare conseguenze ben più gravi.

Nell’ultimo decennio, il Ministero della Sanità, ha riconosciuto nuove patologie croniche che sono state addirittura inserite nei programmi del S.e.r.t.

Anche se a prima vista può sembrare esagerato, è un fenomeno che non va preso alla leggera.

Chi sono i malati di web?

Selfie e Narcisismo patologico

Voglio iniziare questo tour “web sickness“partendo dal fenomeno più diffuso: la “Selfite“, la patologia del narcisista.

“Davanti all’obiettivo, io sono contemporaneamente: quello che credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede che io sia e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte”.

Uno studio del 2018, pubblicato sul “The open psychology journal”, condotto da un gruppo di scienziati di Swansea (Regno Unito) e dell’università statale di Milano, ha evidenziato il collegamento selfie/ narcisismo.

Pare che, fra i presunti malati di selfie, 1 persona su 5 è un narcisista patologico con disturbi della personalità.

Per 4 mesi, 74 ragazzi tra i 18 e i 34 anni, sono stati messi sotto osservazione ed è emerso che più i soggetti usavano i social per postare immagini, più mostravano tratti narcisistici.

Protagonismo, presunzione di superiorità e strumentalizzazione, il 20% delle persone fa un uso problematico dei post visivi che può sfociare in patologie cliniche.

Effetto Google e problemi mnemonici

Siamo sommersi da tantissime informazioni, ormai, per qualsiasi cosa, anche la più banale, basta un clic, ma questo metodo impigrisce il cervello.

Uno studio del 2011, condotto dalla dottoressa Beth Sparrow, presso la Columbia Univetsity, ha dimostrato che le costanti ricerche di informazioni c ausa effetti neurologici.

È chiamato”Effetto Google “, porta ad una progressiva riduzione della memoria, anche visiva e i dati sono preoccupanti.

Il 90% di questi soggetti soffre di qualche forma di amnesia digitale e il 70% non ricorda nemmeno i numeri di telefono di uso personale.

Essendo una ricerca abbastanza recente non si conoscono gli effetti a lungo termine.

Malati di web: cybersickness

Ad essere chiamata in causa, questa volta, è la realtà virtuale, la VR, che porta scompensi a livello sia cognitivo che psicologico

Questo disturbo colpisce l’80% degli utenti ed è causata dalle informazioni contrastanti che il cervello riceve dagli occhi e dal sistema vestibolare, quello che regola l’equilibrio.

Agisce sul nervo ottico, dando un’illusoria sensazione di movimento, mentre i sistemi vestibolari e propriocettivi, non riportano nessun cambiamento di posizione.

Questa discrepanza causa nausea, disorientamento, affaticamento della vista e mancanza di equilibrio.

Dipendenza, ossessione e ansia da social : Nomofobia

La “Nomofobia “è la paura di rimanere sconnessi dalla rete di telefonia mobile ed è più diffusa di quanto si possa pensare.

Ad individuare questa fobia è stato Stewart Fox-Mills dello YouGov , un ente di ricerca britannico responsabile del settore di telefonia di Post Office

Da questo studio è emerso che più del 50% dell’utenza, in caso di smarrimento del cellulare o mancanza di copertura di rete o Wi-fi, entrano in uno stato ansioso.

Da un campione di 2163 individui è stato rilevato che i livelli di stress indotto dalla nomofobia sono paragonabili a quando si provano emozioni e paure estreme.

Un nomofobo su 2 non spegne mai il telefono, il 9% entra in panico anche quando rimane senza credito residuo o quando di scarica la batteria.

È una dipendenza a tutti gli effetti, spesso si accompagna ad altre patologie come la I.A.D., Internet Addiction Disorde,ossia l’uso compulsivo di Internet.

Altri 2 fenomeni collegati alla nomofobia sono:

-il Phubbig,fusione di phone e snubbing, ignorare, cioè non curarsi delle persone presenti. Diffuso soprattutto nelle coppie

-il Vamping, vamoeggiare, agire come i vampiri, diffuso tra gli giovani che da tarda sera fino all’alba giocano on-line o chattano. Questo processo altera il ciclo sonno/veglia portando anche scompensi fisici.

La sindrome dello squillo fantasma, i malati di web dai riflessi incondizionati

Chi soffre di questo disturbo è talmente in sintonia con il proprio smartphone, da essere sempre in allerta.

I recettori del cervello sono così stimolati che ogni tanto si ha la sensazione che vibri la tasca dei pantaloni, anche quando il telefono non sta squillando.

Questa sensazione è accompagnata da piacere o ansia, a seconda del rapporto che si ha con il proprio cellulare e porta al controllo ossessivo del display.

Alcune di queste patologie sono entrate a far parte del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.

Non saremo mica già arrivati al punto in cui ci stiamo facendo sottomettere dalle macchine…vero?

Dai malati di web ai pazzi del web, avete sentito parlare di Bonskinny?

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