I cattivi nei film d’animazione della Walt Disney hanno sempre avuto un ruolo di rilievo, tanto che la società li ha raggruppati in un marchio dedicato
Questo gruppo include figure iconiche come Malefica da “La bella addormentata nel bosco” (1959), Crudelia de Mon da “La carica dei 101” (1961), e Ursula da “La Sirenetta” (1989), solo per citarne alcuni.
Recentemente, però, sembra che la Disney abbia adottato un approccio diverso, creando cattivi con storie più complesse e profonde, come mostrato nei recenti remake. In “La bella e la bestia” (2017), ad esempio, Gaston viene descritto con un disturbo post-traumatico.
Questo cambiamento di prospettiva ha creato cattivi più umani, ma ha anche diminuito il loro impatto come puri antagonisti. Ed è qui che entra in scena il Re Magnifico di “Wish”, un cattivo senza qualità redentive, che si distingue per la sua malvagità, egoismo e vanità.
Interpretato da Chris Pine, Re Magnifico è un sovrano che accumula desideri senza mai esaudirli, lasciando il suo popolo in uno stato di disperazione. La sua figura non viene ammorbidita da un passato comprensivo o da motivazioni nobili; è semplicemente un tiranno che manipola il suo popolo per il proprio guadagno.
Un Nuovo Tipo di Sovrano
“Wish” va controcorrente non solo mantenendo il carattere malvagio di Magnifico, ma anche presentandolo come una metafora dei leader corrotti. Il film esplora come il potere possa corrompere e trasformare anche le migliori intenzioni in avidità. Inoltre, “Wish” si addentra nel tema della regalità, spesso idealizzata nei film Disney, mostrando il lato oscuro del potere monarchico.
Il film sembra anche offrire una sottile critica alla stessa Disney, paragonando Magnifico a figure come Bob Iger. La rappresentazione di Magnifico che controlla i desideri e le storie potrebbe essere vista come una metafora delle pratiche aziendali della Disney nel monopolizzare la proprietà intellettuale.
In conclusione, “Wish” si distingue non solo per il suo cattivo senza redenzione, ma anche per il suo messaggio più profondo e critico. Un approccio audace per un film che celebra il centenario dello studio.